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Può una vocale mettere in crisi un’identità isolana nata dalle ceneri e dalle fondamenta di dominazioni straniere? Possono una A e una O creare uno spartiacque territoriale definito e definitivo? Si, una vocale può, almeno in Sicilia!

Si parla di una ricetta secolare, del primo cibo di strada siciliano, dell’imperdibile tassello di un tour del cibo di strada in Sicilia. Si parla di un timballo di riso, carne e verdure, per farla semplice. Che abbiate scelto il nostro street food tour a Palermo o abbiate optato per quello catanese, sappiate solo che non si può farla cosi semplice quando si parla di cucina, soprattutto in Sicilia!

LA STORIA

In principio fu un arancino o un’arancina? No! In principio fu un risotto. Gli arabi infatti, a parte arricchire la fertile isola di Sicilia di giardini, frutti, arte, artisti e illuminati vari, ha avuto anche il merito di condire la tradizione culinaria siciliana con nuovi aromi: zafferano, carrubi, uva passa, glasse, creme e pistacchi.

Quel risotto magrebino “Urz bi-l la7m” (riso alla carne) condito con straccetti di vitello e verdure del mondo “conosciuto”, era destinato a diventare il cibo di strada più presente, amato e divorato dai siciliani…ma….senza quel birbante di un pomodoro!!!!!

Infatti, ai tempi della dominazione araba di Sicilia (IX-XI sec. d.C.) il mondo conosciuto non conosceva ancora il pomodoro. L’effetto di pomidorizzazione (come la chiama Gaetano Basile) si verifica molto più in là, così più in là che potremmo dire l’altro ieri. Ari-infatti, il pomodoro conosce i suoi natali nelle americhe di Colombo, e quando sbarca in Europa non riceve quella calda accoglienza che avrebbe ricevuto un Michael Jackson degli anni ’90.

Arancino Catanese al ragù

Forse non tutti sanno che…il pomodoro inizia a spopolare nelle tavole del sud Italia solo nel XVIII sec., appunto, l’altro ieri.

Abbiamo già un’idea della ricetta 0, ma manca un passaggio chiave, la panatura. La beneamata panatura ed inevitabile frittura nello strutto viene introdotta nella cucina siciliana in epoca normanna (XI-XIII sec), ed è proprio questo il colpo da maestro che trasforma quel risotto magrebino in questo cibo di strada siciliano. L’arancina/o nasce quindi come pasto completo d’asporto e tale rimane fino ai giorni nostri.

ARANCINO VS ARANCINA?

Sfida 1 – IL NOME

Se state preparando un viaggio in Sicilia, allenatevi bene sulla corretta denominazione da utilizzare nelle varie province isolane. Per farla semplice, possiamo dire che l’isola è divisa in due. La Sicilia Occidentale la mangia come ArancinA, quella orientale invece la mangia come ArancinO.

Perchè? Cosa c’è dietro questa fuga di vocali?

Gli occidentali, capitanati da Palermo, sostengono che il nome e la forma derivino dal frutto dei frutti di Sicilia, l’arancia, da qui il suo genere femminile: ARANCIA => ARANCINA.

Gli orientali invece, capitanati da Catania, sottolineano, a ragione, che in lingua siciliana il frutto viene chiamato “aranciu”, appunto, di genere maschile. Da “aranciu“ ad “Arancio”e quindi ad “Arancino”, il passo è breve.

E allora diciamolo, grammaticalmente parlando, il punto va ai Siciliani d’oriente! Il nome deve essere arancino, maschile.

Risultato primo tempo: ARANCINO – ARANCINA 1- 0

Sfida 2 – LA FORMA

A tonda o a punta?

Mettiamola cosi, stando a quanto appena scritto sulla denominazione di questa croccante specialità di strada, la forma che dovrebbe darsi è ovviamente quella di un arancia, ed è questa la forma che troverete esposta nelle unte friggitorie della Sicilia occidentale. L’arancina Siciliana d’occidente è una dorata palla di riso abitata da chicchi giallo zafferano e profumata da un delicato ragù bianco di vitello.

L’orizzonte delle rosticcerie orientali invece è sagomato da una serie di croccanti punte, come un villaggetto di gnomi. L’arancino siciliano d’oriente, pilastro del cibo di strada catanese, viene modellato sulla forma della muntagna Etna: una cono di candido riso, carico di sugo di pomodoro, straccetti di vitello e mozzarella, un’eruzione di sapore!

Chi vince quindi? Beh, mettiamola cosi…fin quando non ci saranno arance a forma di cono, il punto verrà a pieno diritto concesso ai Siciliani d’occidente. La forma deve essere quella di un’arancia, tonda.

Risultato secondo tempo: ARANCINO – ARANCINA 1-1

Round 3- LA RICETTA

Sulla ricetta invece bisognerebbe unire le forze, perchè la ricetta perfetta, quindi quella che fu in origine, può tornare solo siglando una pace culinaria tra le due sicilie.

L’arancina/o perfetta/o dovrebbe apparire e mangiarsi come segue: un timballo di riso giallo (cotto in zafferano), tondo come un’arancia, ripieno di straccetti di vitello insaporiti da un soffritto di verdurine (cipolla e carota), panato e fritto come si friggeva una volta…nello strutto! Eccola, l’arancina perfetta.  Volete sapere come si prepara un’arancina studiatevi la ricetta di mamma Streaty.

Risultato dopo i tempi supplementari: ARANCINO – ARANCINA 1-1

Rigori sospesi per caldo eccessivo in cucina.

CONCLUSIONE SULLA DISPUTA 

“Why can’t we be friends?” cantavano gli Smash Mouth negli anni ’90…yes, perchè non possiamo essere amici!? Una soluzione c’è cari amici siciliani, ed è molto semplice.

O ci sediamo insieme per ri-creare una ricetta unica ed inequivocabile, oppure proviamo ad essere più diplomatici. Come? Nel modo seguente.

Se l’arancin- è a forma di arancia, chiamiamola un’arancin-A.

Se l’arancin- è a forma di vulcano, chiamiamolo arancin-O.

Tutti contenti, tutti affamati, tutti felici, tutti dis-uniti.

DOVE MANGIARE?

Vi facciamo solo due nomi. L’arancina degna di tal nome la trovate in Friggitoria da Arianna Dainotti al mercato del Capo di Palermo, un santuario del nostro tour del cibo di strada di Palermo. L’arancino degno di tal nome lo trovate in Friggitoria da Agatina al mercato della Pescheria di Catania.